Rush finale per I.COM, il progetto pilota dell’Unione Europea per l’integrazione fra i giovani. L’iniziativa coinvolge circa duecento studenti di sette paesi del Vecchio Continente e vede Seravezza nel ruolo di città capofila. «I.COM è partito ai primi del 2019 e avrebbe dovuto concludersi lo scorso anno, ma la pandemia ha spinto la UE a concedere una proroga e così la fase finale del progetto si svolge in queste settimane», spiega l’assessore alla promozione e valorizzazione del territorio Giacomo Genovesi, vicepresidente della Fondazione Terre Medicee, ente che coordina il progetto a livello europeo. «Per parte nostra abbiamo lavorato con un gruppo di circa trenta ragazzi di due classi prime della “Enrico Pea”, coinvolti con i loro insegnanti in un’intensa attività di analisi e condivisione di alcuni temi centrali per il progetto: la comunicazione fra i giovani, la lotta agli stereotipi culturali e alle discriminazioni per genere, razza o religione, l’integrazione e l’accoglienza. Il lavoro avviato prima della pandemia è stato rimodulato e svolto in forme compatibili con l’attuale situazione sanitaria e in tutta sicurezza, in orario scolastico, attraverso incontri, workshops, laboratori teatrali e musicali. Il progetto punta a raccogliere questa lunga esperienza in una forma di espressione artistica di tipo musicale, attraverso la quale veicolare i messaggi elaborati dai ragazzi».
Gli studenti della “Pea” coinvolti nel progetto hanno lavorato con i rispettivi insegnanti e con gli animatori Mirtilla Pedrini e Luca Barsottelli per la stesura dei testi di alcuni brani rap, che poi sono stati musicati e che in questi giorni si stanno registrando con il supporto della DMS School di Montignoso. Il CD musicale sarà pronto a breve. Tutta l’attività del progetto è stata documentata con riprese video e foto che costituiranno la base per un documentario e per un’eventuale mostra. Attività analoghe sono state svolte negli altri Paesi europei coinvolti nel progetto. Si valuta adesso la possibilità di dar vita a un momento di condivisione del lavoro svolto a livello globale. Oltre a Seravezza, nel progetto I.COM sono stati coinvolti il Comune spagnolo di Cenes de la Vega, la Maison de La Culture di Molenbeek, in Belgio, l’Organizace Pro Pomoc Uprchlikum di Kovarska, in Repubblica Ceca, il Kisa-Action for equality support antiracism di Nicosia, Cipro, e l’Ars Council Malta della Valletta. Hanno collaborato inoltre, con funzioni di supporto tecnico, il Dipartimento di medicina e clinica sperimentale dell’Università di Pisa, Alfea Cinematografica di Pisa, la Dublin Technological University di Dublino, in Irlanda, e il Pluralis ASBL di Rixensart, Belgio. Al progetto pilota, che in futuro potrà essere replicato in altri Paesi europei, la Commissione Europea ha riservato un budget complessivo di circa 800 mila euro.
«Il progetto ha coinvolto moltissimo i ragazzi, che hanno partecipato con interesse ed entusiasmo», concludo Genovesi e il collega assessore Giuliano Bartelletti, delegato alla pubblica istruzione. «Per alcuni di loro è stato addirittura terapeutico, perché li ha stimolati ad aprirsi verso i compagni e a superare le incertezze e le ritrosie della vita quotidiana. Al di là del nobile fine di combattere i pregiudizi e le discriminazioni, I.COM si è rivelato vincente per la scelta di veicolare il proprio messaggio attraverso la musica, arte capace di unire e mettere in relazione persone di ogni provenienza e cultura».